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Il mare come nuovo scenario geopolitico

Data ultimo aggiornamento: 07/02/2022

 

Approfondimento – Report analitici

La sezione raccoglie i report di BM&C Società Benefit che presentano nel dettaglio le situazioni di crisi che competono ai vari scenari.

Il Mare come nuovo scenario geopolitico Prima parte: il Diritto Internazionale


Il mare rappresenta oggi uno degli ambienti più rilevanti dal punto di vista geopolitico. Alla base di questo interesse vi sono obiettivi di carattere economico, commerciale, politico e militare. Le tecnologie moderne permettono ai singoli stati di ampliare i propri interessi anche a centinaia di miglia dalla costa e questo consente agli Stati che intendono sfruttare queste potenzialità, di esercitare il proprio controllo su zone di mare sempre più lontane dal litorale. Parimenti alla crescita della sua importanza strategica il controllo dei mari, con le questioni che questo determina, alimenta continui scenari di incertezza e di potenziale rischio.
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Il Mare come nuovo scenario geopolitico Seconda parte: il Mar Nero


Osservando con attenzione quanto sta avvenendo in Ucraina, appare plausibile considerare che tra i principali obiettivi di Vladimir Putin vi sia quello di incrementare e consolidare il dominio russo nell’area del Mar Nero e del Mar d’Azov. Coerentemente con quanto affermato, si evince che gli sforzi dell’esercito russo, dopo il tentativo fallito di conquista dell’intera Ucraina, si sono concentrati nell’area del Donbas e, soprattutto, nel sud del paese. L’obiettivo esplicitato di questa seconda parte di “operazione speciale” è quello di creare una striscia di terra che colleghi il Donbas alla Transnistria, ovvero quello di conquistare l’intera costa ucraina. In realtà, le velleità di Putin sul Mar Nero, sono apparse chiare sin dal 2014 quando ha dichiarato l’annessione illegale della Crimea, privando di fatto l’Ucraina di più di metà delle sue coste e consolidando il proprio controllo sull’importante porto di Sebastopoli, oggi quartier generale della flotta russa nel Mar Nero. Ecco dunque che mentre le attenzioni del mondo sono rivolte a quanto sta avvenendo sulla terra, in questo report proveremo ad analizzare come in realtà anche il mare rappresenti uno scenario geopolitico essenziale per comprendere a pieno le ragioni e gli sviluppi della guerra tra Russia e Ucraina. Il tema si ricollega, quindi, direttamente al nostro precedente report riferito al Diritto internazionale 1 dei mari (UNCLOS)
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Il Mare come nuovo scenario geopolitico Terza parte: le ambizioni turche nel Mar Mediterraneo


Nell’ultimo decennio, il Mar Mediterraneo è diventato centrale per gli interessi geopolitici dei paesi che vi si affacciano, diventando uno straordinario incubatore di nuovi rischi. L’interesse per il dominio del mare è cresciuto ulteriormente dopo la scoperta, nella zona orientale, di importanti giacimenti di gas naturale. Nel 2010 la US Geological Survey, ha pubblicato uno studio in cui stimava la presenza di quasi 10 trilioni di metri cubi di gas, 1 nell’area del Levante, situata nella parte più orientale del Mediterraneo e compresa tra il bacino israeliano e quello egiziano. E’ stata poi la scoperta del grande deposito offshore dell’Egitto, Zohr2, a spingere i paesi verso una vera e propria corsa alla ricerca e allo sfruttamento dei relativi spazi commerciali. Inevitabilmente questo ha creato conflitti e riportato alla luce tensioni mai risolte tra gli Stati, relative alla disposizione dei confini marittimi, in particolare tra Grecia, Cipro e Turchia.
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Il Mare come nuovo scenario geopolitico Terza parte: le ambizioni turche nel Mar Mediterraneo


Nell’ultimo decennio, il Mar Mediterraneo è diventato centrale per gli interessi geopolitici dei paesi che vi si affacciano, diventando uno straordinario incubatore di nuovi rischi. L’interesse per il dominio del mare è cresciuto ulteriormente dopo la scoperta, nella zona orientale, di importanti giacimenti di gas naturale. Nel 2010 la US Geological Survey, ha pubblicato uno studio in cui stimava la presenza di quasi 10 trilioni di metri cubi di gas, 1 nell’area del Levante, situata nella parte più orientale del Mediterraneo e compresa tra il bacino israeliano e quello egiziano. E’ stata poi la scoperta del grande deposito offshore dell’Egitto, Zohr2, a spingere i paesi verso una vera e propria corsa alla ricerca e allo sfruttamento dei relativi spazi commerciali. Inevitabilmente questo ha creato conflitti e riportato alla luce tensioni mai risolte tra gli Stati, relative alla disposizione dei confini marittimi, in particolare tra Grecia, Cipro e Turchia.
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Israele e Libano Il giacimento di Karish


L’analisi proposta in questo report riguarda temi che abbiamo già sviluppato in questi mesi (Geopolitica del mare e gas naturale) e prende spunto da un fatto di cronaca avvenuto il 2 luglio 2022 al largo delle coste israeliane, nel Mar Mediterraneo Orientale. L’esercito israeliano ha infatti comunicato di aver abbattuto tre droni di fabbricazioni iraniana in avvicinamento alla FPSO della compagnia greco-britannica Energean Power, attraccata a 50 miglia di distanza dalla costa israeliana del Nord. L’imbarcazione (FPSO) ha il compito di iniziare, nel mese di settembre, le attività di estrazione, stoccaggio ed esportazione di gas naturale situato nelle riserve del Karish. Condotte flessibili trasporteranno il gas sulla FPSO, qui verrà ripulito di sostanze petrolifere e acqua e verrà inviato a riva, al fine di alimentare il sistema energetico israeliano. L’idea israeliana è quella di creare un sistema, unendo tra loro le riserve Karish e altre riserve minori, quali quelle del Karish del Nord , scoperte nel 2019. Il gruppo Hezbollah, Partito di Dio, tramite il suo leader Nasrallah, ha rivendicato l’attacco e ha minacciato nuove aggressioni nel caso in cui le operazioni israeliane nell’area non si dovessero fermare.
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Israele e Libano Il giacimento di Karish - Aggiornamento


In un nostro report precedente denominato “Israele e Libano - Il giacimento di Karish” , avevamo posto l’attenzione sulle tensioni venutesi a creare tra Israele e Libano riguardo alla delimitazione delle proprie Zone Economiche Esclusive. La situazione pare essersi sbloccata però a inizio ottobre (2022), grazie alla mediazione americana. Le parti sono giunte ad un accordo diplomatico che ha consentito loro, almeno per il momento, di risolvere la controversia in maniera pacifica. Il presidente americano Biden ha definito questo accordo come “storico” proprio perché ha fatto sedere al tavolo delle trattative due paesi nemici.
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